STORIA
La coltivazione di questo frumento era storicamente diffusa tra il Fermano e il Piceno. Il nome stesso deriva dal termine dialettale locale “jerva” ovvero erbetta.
Il nome sta ad indicare le dimensioni ridotte di questa pianta rispetto ai classici grani. Piuttosto robusto era coltivato anche per le sue fibre utilizzate nella fabbricazione dei cappelli, attività molto diffusa ancora oggi nelle zone di Massa Fermana, Montappone e Falerone. Il grano Jervicella la sua massima diffusione nel territorio regionale tra le due guerre mondiali per subire poi un rapido declino andato di pari passo con lo spopolamento dei centri dell’entroterra in favore delle aree costiere.
UTILIZZI GASTRONOMICI
La farina viene impiegata prevalentemente per la panificazione. Grazie al suo basso contenuto in glutine è stata utilizzata anche per la produzione di pasta caratterizzata da leggerezza e digeribilità. Ancora oggi la paglia viene usata per la fabbricazione dei tradizionali cappelli.
DESCRIZIONE MORFOLOGICA
Sviluppo della pianta: determinato
Portamento: eretto
Altezza della pianta: 100-130 cm
Fusto: cilindrico di colore verde glauco
Accestimento: elevato
Infiorescenza: spiga mutica di colore rossigno
Lunghezza spiga: 10-15 cm
Periodo di spigatura: seconda decade di maggio
Frutto: cariosside uniseminata secca, indeiscente
Produzione: 35/40 q.li/ha
Peso 1000 semi: 47/50 gr
Conservazione seme: secco