STORIA
Specie molto diffusa e resistente considerata un tempo quasi infestante. Il Sig. Giovanni Leonardi ne ricorda il consumo fin da piccolo, oltre sessant’anni fa.
Un tempo questo tubero era poco conosciuto e apprezzato e veniva destinato all’alimentazione animale. Negli ultimi venti anni però ne sono state scoperte le qualità organolettiche e nutritive e il suo impiego in cucina è cresciuto insieme al numero dei suoi estimatori. La sua coltivazione è diffusa nell’areale pedemontano e in particolare nella zona di Comunanza, Montefortino e Montemonaco dove è caratterizzato da dimensioni ridotte, colore bianco crema e epidermide quasi liscia.
UTILIZZI GASTRONOMICI
Può essere consumato sia crudo che cotto. Gratina o fritto o come condimenti per risotti o accompagnato ai funghi. Grazie al contenuto di inulina è accattabile nelle diete per persone diabetiche.
DESCRIZIONE MORFOLOGICA
Forma di crescita: determinata
Portamento: eretto
Altezza pianta: tra i 185 e i 280 cm
Foglie: laceolate con margine lievemente dentellato
Periodo di impianto (rizomi): primavera
Tipo di impianto: postarella
Infiorescenza: capolini terminali eretti
Fiori: composti da 50 a 70
Impollinazione: entomofila
Periodo di fioritura: fine estate
Frutto: achenio
Periodo produzione: circa 40 giorni
Suscettibilità o resistenza alle fitopatie: pianta rustica non sono note resistenze genetiche