Tappa 1

Marroni di Pievebovigliana

Il Marrone di Pievebovigliana è diffuso nell’area montuosa sopra l’omonimi abitato nel comune di Valfornace, nella dorsale al di sopra del lago di Polverina tra i 500 e i 700 metri di altezza. Se ne hanno notizie già dai primi anni del 900 quando delle varietà autoctone vengono citate nei documenti.

Descrizione

Caratteristiche

Le piante sono in genere di prima grandezza, hanno portamento semi-assurgente, rami eretto-espansi e la corteccia di colore grigiastro con screpolature allungate. La chioma è generalmente globosa-piramidale ma la sua forma dipende molto dalle potature effettuate. Le foglie sono alterne, a base cordata, con breve picciolo e due stipole basali oblunghe, lamina lanceolata, con margine dentato. I frutti del castagno sono contenuti in cupole (o ricci) con aculei corti ed hanno le seguenti dimensioni medie: diametro maggiore fra 5,6 - 6.1, diametro minore 5,0 cm, altezza 3,9 - 4,6 cm. Ogni riccio contiene in media 3 acheni di forma globosa.  La polpa è di colore bianco, ricca di amidi e ha buon sapore.  

Coltivazione

I castagneti che ospitano la varietà in oggetto sono gestiti con tecniche tradizionali del luogo con potature di rimonda, riceppatura su individui deperenti o morti e ripuliture del terreno. Gli innesti sono praticati tradizionalmente soprattutto a zufolo (raramente a spacco inglese o a corona) utilizzando marze di 1-2 anni su portainnesti costituiti soprattutto da polloni (10-12 cm). L’innesto viene coperto con mastice o nastro gommato, La raccolta è prevalentemente manuale a terra dopo la caduta dei ricci. Non ci sono avvertenze particolari ma presenta resistenza alle fitopatie. Il mal d’inchiostro non è molto diffuso, mentre sono più comuni il cancro corticale e il cinipide, sebbene quest’ultimo si sia ridotto notevolmente. Negli ultimi anni il castagno ha sofferto sensibilmente dell’aumento della siccità estiva.

Utilizzi Gastronomici

Il frutto è apprezzato non solo localmente e prevalentemente dedicato al consumo diretto come caldarrosta (es. nella sagra locale di Valfornace).

AGRICOLTORI

Agriturismo Terre della Sibilla

L’agriturismo sorge all’interno di un piccolo borgo in pietra nel comune di Valfornace all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Qui l’azienda ha il suo castagneto mentre nella zona di Recanati viene prodotta la frutta utilizzata prevalentemente per la trasformazione.

I prodotti sono acquistabili nella sede di Valfornace dove l’azienda ha anche uno spazio per la ristorazione e il pernottamento.

Loc. Perschiera, Valfornace (MC) Tel. 073744070
http://www.agriturismoterredellasibilla.it

COSA VEDERE

Pieve di San Giusto a San Maroto

La frazione di San Maroto nel territorio del comune di Valfornace sembra l’ambientazione di un presepe, aggrappata alla montagna con le case appoggiate l’una all’altra e la chiesa di San Giusto con la sua inconfondibile forma. Si tratta di una piccola struttura a pianta circolare, considerata però uno dei più importanti monumenti romanici della regione. Effettivamente è una delle chiese più suggestive del territorio ad iniziare dal panorama che si gode dal prato antistante l’ingresso. All’interno ci si sente accolti da un’atmosfera benevola, la volta in pietra è come un guscio protettivo, rilassante e pacificante

Tappa 2

Capra Facciuta della Valnerina

Questa razza, caratterizzata dalle due bande bianche sul muso era un tempo piuttosto diffusa nell’area appenninica tra Marche ed Umbria essendo particolarmente adatta all’allevamento in alta montagna. Veniva impiegata sia nell’allevamento familiare che in greggi di medie proporzioni. Oggi a forte rischio scomparsa si stimano circa 200-300 esemplari tra la provincia di Macerata e quella di Terni. 

Descrizione della Razza

Il mantello è nero e lungo con riflessi rossicci, mentre le estremità degli arti sono chiare (bianche o beige chiaro) come il ventre e la zona perianale. Alcuni esemplari, tuttavia, possono mostrare un mantello chiaro lungo il fianco. La taglia è medio - grande, con una testa grande, triangolare, allungata e ben proporzionata. Il profilo fronto-nasale può essere rettilineo o leggermente montonino e sulla testa è presente il tratto distintivo delle due strisce chiare (frisature) in corrispondenza della faccia e all’altezza degli occhi. Le orecchie sono mediograndi e semierette . In entrambi i sessi è presente la barba così come un ciuffo di peli arruffati nella zona frontale, entrambi sono inoltre dotati di corna piatte a punte divergenti.   La lunghezza del tronco è notevole, il torace e l’addome sono ampi e la linea dorsale è rettilinea.  Gli arti sono lunghi e robusti e si adattano bene a terreni accidentati e alla macchia. 

ALLEVATORI

Az. Agricola Paris Giovanni

L’azienda situata ad Ussita, nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Dal 2017 è gestita da Giovanni che ha rilevato l’attività del padre risalente alla metà del secolo scorso. Oltre alle Capre Facciute della Valnerina si allevano pecore, asini, vacche e cavalli che per circa 8 mesi l’anno vengono lasciati allo stato brado nei pascoli di alta montagna. L’allevamento è finalizzato alla produzione di carni di alta qualità e la vendita viene effettuata direttamente dall’azienda. Via Trivio, 42, Loc. Vallestretta di Ussita (MC) Tel.3347799659

COSA VEDERE

I Monti Sibillini

La catena dei monti Sibillini occupa la gran parte dell’appennino maceratese con vette che superano abbondantemente i 2000 metri. Dal 1993 il territorio è tutelato dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Borghi e fitti boschi, vette e ruscelli fanno di quest’area una delle zone più interessanti dal punto di vista naturalistico di tutta la regione. Il luogo ideale per fare attività all’aria aperta a stretto contatto con la natura. Da sempre in questi luoghi uomo e natura convivono a stretto contatto. I sentieri che attraversano la catena infatti sono percorsi fin dall’antichità eppure quest’area è rimasta pressochè incontaminata. Qui sopravvive una folta comunità di lupo appenninico oltre a camosci, caprioli, aquile e altri rapaci. Di recente sono stati avvistati anche alcuni esemplari di orso bruno marsicano. Anche la flora e ricca e comprende rari esemplari di stella alpina appenninica e orchidee selvatiche. Il persistere di questa vicinanza tra uomo e natura ha fatto si che nei secoli passati fiorissero numerose leggende che accompagnavano che si si avventurava su queste vette fin da tempi lontanissimi. Già in epoca romana si sentiva parlare delle orride rupi dei Monti Tetrici (antico nome della catena). In epoca medioevale sono poi nati toponimi dai nomi inquietanti: Lago di Pilato, Gola dell’Infernaccio, Pizzo del Diavolo e Passo Cattivo insieme alla più nota leggenda della Maga Sibilla che dà il nome all’omonimo monte e a tutta la catena. Questo è un territorio ideale per fare sport a contatto con la natura: a piedi, in bici, sugli sci e le ciaspole o a cavallo ammirando panorami unici.

Tappa 3

La Pecora Sopravissana

Nasce nel 1700 dall’incrocio di pecore di razza italiana con arieti merini. Particolarmente adatta alla montagna e ai climi rigidi oggi è diffusa nelle Marche e in Umbria, Lazio, Toscana, Abruzzo, Molise e alcune zone della Puglia.

Descrizione della Razza

L’animale è di taglia media, con testa proporzionata,  profilo rettilineo o quasi nelle femmine, leggermente montonino nei maschi. Corna robuste e a spirale aperta presenti nei maschi e assenti nelle femmine.  Il tronco è  relativamente lungo con garrese leggermente più basso della groppa, spalle bene attaccate, petto largo, torace robusto limitatamente cinghiato; mammella di medio sviluppo, di forma globosa, bene attaccate con capezzoli divaricati. Il vello è bianco, costituito da bioccoli prismatici che ricopre interamente il tronco compresa la fascia ventrale, il collo, la base della testa, la fronte sotto forma di ciuffo; faccia preferibilmente nuda; gli arti anteriori fino al terzo inferiore dell’avambraccio, gli arti posteriori fino al garretto. 

ALLEVATORI

Az. Agricola Terre della Serra

L’azienda nasce dalla passione per il territorio di Francesco e Lucia, una coppia di giovani allevatori che si impegnano quotidianamente per garantire la qualità dei loro prodotti e la salvaguardia della biodiversità. Per questo hanno scelto di allevare pecore sopravissane nei pascoli in quota sopra la valle del Chienti. Oltre alle carni producono lana che viene impiegata nella filiera, olio, zafferano e prodotti ortofrutticoli.

La vendita avviene direttamente in azienda.
Via Colli, 119 Serrapetrona (MC) Tel. 3393191579
https://www.facebook.com/terredellaserra

ALLEVATORI

Az. Agricola La Sopravissana dei Sibillini

L’azienda nasce nel 2008 dalla passione di Silvia Bonomi e Riccardo Benedetti, una coppia innamorata di questo territorio e decisa a difendere la Pecora Sopravissana, una razza che al tempo era a forte rischio estinzione. Ad oggi l’azienda conta circa 150 capi utilizzati prevalentemente per la filiera della lana. Oltre all’allevamento Silvia e Riccardo fanno attività di divulgazione e informazione e collaborano a diversi progetti culturali.

Località Vallestretta, Ussita (MC) Tel 3470775741
https://sopravissanadeisibillini.it/

ALLEVATORI

Fattoria la Rocca

L’azienda nasce dalla volontà di Giulia e Alessandro di cambiare vita e crescere i loro figli in un ambiente più sano e genuino. Dopo il sisma del 2016 quindi scelgono di trasferirsi nel minuscolo borgo di Rocca di Montefortino e iniziare la lavorazione della lana di pecora Sopravissana per ottenere filati e prodotti finiti. Oltre alla lana delle pecore allevate in azienda la Fattoria la Rocca collabora con altre realtà dei Sibillini per valorizzare la vera lana di Pecora Sopravissana. Oltre alla lana di pecora l’azienda utilizza filati ottenuti da pelo di cane, dispone di un piccolo museo e organizza visite guidate. La vendita avviene online, in azienda e nelle fiere di settore.

C.da Rocca, 12 Montefortino (FM)
Tel. 0736.091730
https://fattorialarocca.it/

COSA VEDERE

I Castelli di Caldarola

La zona di Caldarola è nota anche come “Terra dei Castelli”. Qui infatti oltre al Castello Pallotta che domina il centro abitato, oggi chiuso a causa del sisma, vi sono altri tre borghi fortificati molto ben conservati: Pievefavera, Croce e Vestignano. Passeggiare all’interno delle loro mura tra viuzze strette e ripide è come fare un salto in un passato lontano al tempo in cui queste terre erano le aree di confine del Ducato dei Da Varano di Camerino. Questi minuscoli borghi regalano oggi atmosfere incantate e panorami unici che da un lato ci fanno scoprire le dolci colline della provincia di Macerata e dall’altro mostrano delle vedute sulle vallate che risalgono verso le vette dei Sibillini.

COSA VEDERE

Il Santuario di Macereto

Legato al culto Lauretano, il Santuario della Madonna di Macereto, si erge sull’omonimo altopiano a circa mille metri di quota nel comune di Visso. La leggenda racconta che in questo preciso luogo il 13 agosto 1359 due muli che trasportavano una statua della Madonna di Loreto verso il regno di Napoli s’inginocchiarono e da lì non vollero più muoversi. L’evento fu interpretato dagli abitanti di Visso come segno divino e pretesero che la statua non venisse più spostata dal quel luogo. In breve tempo venne costruita una piccola chiesa e successivamente nella prima metà del 1500 venne eretta l’attuale chiesa a pianta ottagonale insieme al complesso architettonico adiacente che comprende la casa dei pellegrini, la sede del corpo di guardia e il palazzo delle Guaite insieme ad un lungo porticato che doveva accogliere pellegrini e mercanti. La struttura è attualmente inagibile a causa del sisma del 2016 ma resta comunque uno dei luoghi più suggestivi della regione. La pietra bianca della chiesa si staglia sul panorama dell’altopiano circondato dalle vette dei monti Sibillini. Il grande prato davanti alla chiesa racchiuso su tre lati dai portici accoglie il viandante oggi come allora offrendo riparo dal vento invernale e dal cocente sole estivo mentre una fonte offre ristoro dopo le lunghe camminate. Un luogo magico dove anche lo spirito più inquieto si appacifica con la bellezza della natura e dove anche il tempo si ferma sospeso in un attimo di pace.

COSA VEDERE

Santuario Madonna dell’Ambro

Il Santuario della Madonna dell’Ambro, si trova ai piedi dei Monti Sibillini nel comune di Montefortino lungo il tumultuoso corso del torrente Ambro da cui prende il nome. L’origine della devozione alla Madonna in questo luogo è molto antica e risalirebbe ad un fatto avvenuto intorno all’anno mille quado la Vergine sarebbe apparsa ad una pastorella muta dalla nascita che improvvisamente riacquistò il dono della parola. Su questo luogo sorse una prima edicola con una statua della Madonna in pietra policroma. Nel 1600 la necessità di accogliere i numerosi fedeli portò alla costruzione dell’attuale chiesa che inglobando la vecchia edicole consentiva di ammirare la statua della Madonna attraverso un’apertura dietro l’altare. La chiesa è stata nei secoli abbellita dagli interventi di diversi artisti tra i quali si segnala il pittore Martino Bonfini che rappresentò le profezie bibliche e pagane immortalando 12 Sibille. La presenza di queste profetesse pagane all’interno dell’edificio sacro è giustificata dal fatto che esse annunciarono l’avvento di un nuovo regno, profetizzando quindi la nascita del Cristo. Oggi il Santuario della Madonna dell’Ambro appare perfettamente incastonato tra queste montagne, in un luogo che unisce perfettamente la natura alla sacralità. Forse è per questo che si tratta di uno dei luoghi della fede più visitati di tutta la regione.