Tappa 1

La Mela del Papa di Genga

Si racconta che Papa XII, originario proprio di Genga, avesse una predilezione per una particolare tipologia di mela prodotto nei suoi terreni. Sembra addirittura che si debba proprio a lui l’innesto e la messa a dimora del primo melo. Più recentemente Nello Giovannetti, discente di uno dei custodi dei terreni papali ha riscoperto questa varietà recuperando gli antichi frutteti e contribuendo alla riscoperta e alla diffusione della Mela del Papa.

Descrizione

Caratteristiche

L’albero, di media vigoria, presenta un portamento espanso. La produttività è media, abbastanza alternante e si concentra su lamburde e brindilli. I rami di un anno, di colore bruno-rossastro, presentano un’elevata tomentosità. Le foglie sono di colore verde oliva lucente; hanno forma arrotondata con margine dentato o bi-dentato in modo irregolare; sono di medie dimensioni, tendenzialmente ellittiche. I fiori sono di medie-grandi dimensioni e forma piatta. I petali sono sovrapposti, di forma ellissoidale o tondeggiante con bordo ondulato, di colore bianco sfumato di rosa. Gli stili sono leggermente più lunghi degli stami. I frutti sono di forma tronco-conica breve, asimmetrici e profilo trasversale costoluto tipico. La pezzatura è mediogrossa.  La buccia è liscia, sottile, untuosa, con rugginosità a livello della cavità peduncolare e lenticelle areolate rade, di grandi dimensioni ma poco evidenti. Di colore gialloverde presenta un sovracolore sfumato rosso aranciato sulla zona esposta al sole. La polpa è di color bianco-crema, grossolana; inizialmente soda, evolve a tenera, con media succosità. Il sapore è dolce, gradevolmente acidulo, con un profumo che persiste in bocca. 

Coltivazione

È una varietà esigente sia per quanto riguarda il clima, che il terreno. Predilige zone a clima mite ed è sensibile in particolare ai ritorni di freddo. 

Utilizzo Gastronomico

Si consuma fresca ma può essere consumata cotta o impiegata anche per la produzione di confetture.

AGRICOLTORI

Az. Agricola Monia Marchesini

L’azienda a conduzione familiare si occupa della produzione di mele e di miele. La vendite è prevalentemente diretta o tramite rivenditori di zona.

Loc. Piano di Rocchetta, Genga (AN)
Tel. 3475704149

AGRICOLTORI

Az. Agricola Nello Giovannetti

Il signor Nello è il responsabile della riscoperta, diffusione e valorizzazione della Mela del Papa di Genga. Oggi in pensione continua però l’attività agricola in modo amatoriale con passione e dedizione.

COSA VEDERE

Eremo di Santa Maria Infra Saxa

L’eremo di Santa Maria infra Saxa è sicuramente il più visitato della regione anche se molti che vi fanno tappa non lo notano neanche concentrati sul vicino e famosissimo Tempietto del Valadier. Il piccolo oratorio di Santa Maria è una semplice struttura, in parte realizzata in pietra e in parte scavata nella roccia nei pressi di una grande cavità sopra la gola di Frasassi. Le prime notizie della presenza del luogo di eremitaggio si hanno intorno all’anno mille, periodo in cui si parla di una piccola struttura usata come convento di clausura dalle monache benedettine. Il vicino Tempietto invece è molto più recente e risale al 1828 quando venne fatto costruire da Papa Leone XII su progetto del noto architetto Valadier. La struttura di pianta ottagonale è perfettamente inserita nella grotta dando vita ad una stupenda composizione prospettica.

Tappa 2

Pecora Fabrianese

Si tratta di una razza sintetica frutto dell’incrocio tra arieti di razza Bergamasca e pecore allevate nell’area appenninica marchigiana. L’allevamento è prevalentemente stanziale e interessa le zone pedemontane delle provincie di Ancona, Macerata, Ascoli Piceno e Teni.

Descrizione della Razza

L’animale si presenta con profilo fronto nasale parzialmente convesso e un padiglione auricolare orizzontale o rivolto verso il basso. Il vello è semichiuso di colore bianco uniforme mentre le aree prive li lana sono ugualmente bianche.

La tipologia è quella dell’animale è quella da carne con groppa muscolosa e convessa e natica convessa o molto convessa. Lo scheletro è poco pesante e l’altezza è media o bassa.

ALLEVATORI

Azienda Agricola Alberto Dell’Uomo

Si tratta dell’azienda con il più ampio numero di capi iscritti all’ ASSONAPA di pecora Fabrianesea. L’attività è conduzione familiare da oltre 50 anni nella zona di Campodonico e da sempre si impegna nella produzione di carni ovine e suine di qualità. Si estende su oltre 35 ettari destinati a foraggio ed erba medica mentre altri 11 ettari sono coltivati a cereali utilizzati per l’alimentazione animale in modo da garantire la qualità della filiera.

Graz. Campodonico, 52 Fabriano (AN)
Tel. 0732259631

ALLEVATORI

Istituto Tecnico Agrario Statale “G. Vivarelli” Fabriano

L’azienda agricola annesse all’istituto è attiva fin dalla fine dell’800 quando fu fondata la prima Scuola di Agricoltura Fabrianese. Dal 2017 è stato avviato il progetto di “Valorizzazione della razza Ovina fabrianese” con l’introduzione nella stalla di un nucleo ad alto valore genealogico di pecore di razza fabrianese, una razza che l’Istituto Agrario intende contribuire a valorizzare, conservare e diffondere. Oltre alla stalla la scuola possiede una cantina, dei vigneti, un meleto, una tartufaia e un bosco ceduo oltre a terreni seminativi e una serra. Viene effettuata la vendita diretta di vini, farine e caffè d’orzo.

Via Cappuccini, 5 Fabriano (AN)
Tel.07323373
https://www.moreavivarelli.edu.it

COSA VEDERE

Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano

Il nome di Fabriano è indissolubilmente legato alla sua tradizione cartaria. Una storia che risale al lontano 1200 quando si hanno notizie delle prime cartiere in città sorte probabilmente riutilizzando le Gualchiere già in opera per la lavorazione della lana. Questa epopea è riassunta oggi nel Museo della Carta e della Filigrana allestito negli spazi del Chiostro di San Domenico. Qui è possibile assistere alla produzione della carta, fatta a mano come avveniva settecento anni fa. Anche i macchinari sono gli stessi dell’epoca, recuperati in antichi laboratori o ricostruiti. La visita al museo ci accompagna nella storia della città, indissolubilmente legata al suo prodotto d’eccellenza. Al piano superiore del museo una vasta collezione di carte filigranate e scritti antichi fa comprendere come quella di Fabriano sia una delle industrie che più ha contribuito alla diffusione della cultura nei secoli passati.

COSA VEDERE

I murales di Cacciano

La frazione di Cacciano, nel comune di Fabriano è celebre per una caratteristica: le sue case nel corso degli anni sono diventate le "tele" per le opere di alcuni artisti chiamati, fin dal 2009, dal Circolo Fenalc locale ad abbellire il paese con dei murales. Opere per lo più incentrate sulla natura e sulla vita di paese: il lavoro nei campi, gli animali, i ritratti di alcuni abitanti. Intere pareti aprono scorci di colore tra le case e creano "finestre" sul paesaggio circostante fatto di boschi e campi coltivati. Lungo la strada di accesso invece un muraglione ospita una sezione dedicata ai concorsi a tema annuali con opere più piccole dedicate ad argomenti specifici come "l'omaggio al cinema". Tra gli artisti che ogni anno partecipano in agosto alla manifestazione artistica il più presente e attivo in questi anni è stato sicuramente lo Jesino Federico Zenobi, autore di alcune tra le opere più grandi e belle del paese tra cui quello che ritrae la Signora e il Vaso di fiori che raffigura Italia, un'anziana abitante del borgo.

Tappa 3

Castagna della Valdicastro

Nella zona dell’Abbazia di Valdicastro sono presenti numerosi castagni secolari probabilmente risalenti al periodo tardo medioevale quando le castagne erano coltivate dai monaci romualdini per sopperire alle difficoltà di coltivazione e approvvigionamento dei cereali. Successivamente questa coltivazione è comunque rimasta una fondamentale risorsa alimentare per le popolazioni della zona che ha consentito a questa particolare tipologia endemica di conservarsi nel tempo.

Descrizione

Caratteristiche

Gli alberi ultracentenari sono caratterizzati da un fusto colonnare e portamento eretto con rami eretto espansi, corteccia grigiastra e screpolature allungate. In filare la chioma è globosa e piramidale mentre nei castagneti e abbandonati tende ad essere più irregolare e meno vigorosa. Le foglie sono alterne, con base acuta su breve picciolo e due stipole basali oblunghe. La lamina lanceolata, acuminata all’apice, margine dentato, con denti acuti e regolarmente dislocati. I frutti del castagno sono contenuti in cupole (o ricci) con aculei corti e dimensioni medie di diametro maggiore 4,7 cm, diametro minore 4,2 cm, altezza 3,5 cm. Ogni riccio contiene in media 3 semi (acheni) di forma prevalentemente globosa. La polpa è di colore bianco, ricca di amidi, di buon sapore. Adatta per consumo diretto e farina.

Coltivazione

I castagneti vegetano su terreni sciolti e ben drenanti, neutrofili o lievemente acidi ad una quota compresa tra i 300 e i 950 metri. Nel caso dei castagneti di Valdicastro non sono state messe in atto tecniche di coltivazione specifica se non potature e qualche rinceppatura su individui deperenti o morti. La produttività è alta con circa 100-150 chili di castagne a pianta e la raccolta è prevalentemente manuale.

Utilizzi gastronomici

Si utilizza prevalentemente come caldarrosta o bollita in acqua o in vino e abbinata spesso a formaggi o carni.

AGRICOLTORI

Azienda agricola biologica Valdicastro di Zenobi Filippo

L’azienda è situata all’interno del complesso dell’antica abbazia di San Salvatore in Valdicastro, è attiva in biologico nell’allevamento bovino e suino allo stato brado. L’azienda effettua vendita diretta di carni, salumi e formaggi di produzione propria. Prodotti che vengono utilizzati anche nel ristorante dell’agriturismo. Le castagne possono essere raccolte direttamente dai clienti nelle giornate organizzate dalla struttura.

Loc. Valdicastro, 31Fabriano (AN)
Tel. 073274017
https://valdicastro.it

ALLEVATORI

Abbazia di San Salvatore in Valdicastro

La fondazione dell’abbazia si colloca nei primi anni del mille ad opera di San Romualdo che qui fondò uno dei suoi monasteri nel luogo che già ospitava alcuni eremiti. Il santo frequentò spesso questo luogo negli anni successivi fino alla sua morte, sopravvenuta proprio nei pressi dell’abbazia nel 1027. La struttura ebbe una grande importanza nella vita culturale ed economica del territorio fino al 1400 quando iniziò un lento declino. Della struttura originale in stile romanico resta la cripta mentre la chiesta, in stile gotico è databile intorno alla metà del 1200 ad opera di un maestro Tebaldo. L’interno conserva numerosi affreschi raffiguranti San Cristoforo, San Giovanni Battista e San Romualdo. Dopo la soppressione degli ordini monastici nel 1810, per legge napoleonica, l’abbazia divenne di proprietà demaniale. Oggi è di proprietà di un privato e la chiesa risulta inagibile a seguito del terremoto del 2016. Sul posto è comunque possibile visitare il chiostro e le costruzioni adiacenti.

Tappa 4

Visciola di Cerreto d’Esi

Questa varietà è storicamente presente nell’area di Cerreto d’Esi in esemplari sparsi e negli orti e nei giardini e rappresentava un elemento fondamentale nei frutteti familiari della zona. La coltivazione del ciliegio acido è legata soprattutto alla produzione di “vino di visciola”, e alla conservazione sotto spirito, dato che il frutto fresco risulta edule ma poco gradevole.  

Descrizione

Caratteristiche

L’abero è di piccole dimensioni e di vigore medio. La fioritura di inizio primavera si presenta con fiori bianchi con puntinature rosate o verdi. Il piccolo frutto di colore rosso rubino ha una polpa succosa e acida con retrogusto amaro. 

Coltivazione

Essendo una pianta rustica è resistente a numerose patologie e non necessita di particolari trattamenti.

Utilizzi gastronomici

È uno dei frutti che possono avere maggiori applicazioni in cucina. Può essere consumato fresco, o impiegato per confetture e sciroppi. Inoltre nelle Marche la Visciola è uno degli ingredienti principali nella preparazione di una tipica bevanda alcolica chiamata “Visciolato” a base di vino.

AGRICOLTORI

Azienda Agricola San Venanzo di Marco Ciccolini

L’azienda è attiva nella coltivazione di frutti antichi e a rischio scomparsa come le Viscole di Cerreto, le Mele Carella e le Mele Rosa in Pietra. Le visciole vengono prevalentemente impiegate nella produzione di vino di visciole a base di Verdicchio di Matelica.

Loc. San Venanzo, Matelica (MC)
Tel. 3298157210
https://www.facebook.com/sanvenanzo

COSA VEDERE

Faggeta di Canfaito

La riserva naturale regionale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito tra i comuni di San Severino e Matelica offre numerosi sentieri all’interno della suggestiva Faggeta e passeggiate sui prati in quota del San Vicino fino alle vallate e alle gole che scendono alle pendici dei due monti, zone coltivate e pascoli insieme a numerosi piccoli borghi completano il panorama. A piedi, a cavallo o in mountain bike ci si può addentrare in luoghi magici. La faggeta di Canfaito è uno dei posti più suggestivi. All’interno tutto è sospeso, ovattato. D’estate la luce del sole filtra solo a tratti tra la fitta vegetazione offrendo refrigerio anche nelle giornate più calde. In autunno la nebbia che spesso avvolge questi monti rende tutto ancora più magico trasfigurando il panorama come in un sogno.