Tappa 1

Mela Rosa dei Monti Sibillini

La “Mela Rosa” è così chiamata un po’ per via della colorazione che assume quando è matura, un po’ per il profumo di rosa che emana quando è in fiore. Questa varietà è diffusa nel territorio pedemontano delle province di Macerata, Fermo ed Ascoli. Questa prima tappa dell’itinerario si concentra nell’area produttiva della provincia di Macerata e in particolare la zona di Monte San Martino. La Mela Rosa è un albero rustico, molto adattabile, estremamente longevo e, purtroppo, entra in produzione con molto ritardo, se innestato su proprio piede. Questa ultima particolarità ne ha limitato la diffusione nelle vaste coltivazioni perché il mercato, fino ad oggi, ha richiesto una fruttificazione, la più rapida possibile, per evidenti ragioni commerciali.

Descrizione

Caratteristiche

Albero di medio-elevato vigore, dal portamento assurgente o espanso, compatto, fruttifica prevalentemente su rami misti. La foglia è allungata, di medio-grandi dimensioni, il colore della pagina superiore è verde scuro intenso mentre quello della pagina inferiore è verde chiaro. I fiori sono di colore rosaceo o bianco rosaceo. Il frutto è medio-piccolo, irregolare, di forma appiattita asimmetrica con cavità peduncolare mediamente profonda e stretta, la buccia si presenta liscia di medio spessore, di color verde intenso soffuso o striato di color rosso -vinoso. La polpa è bianco traslucida, soda, croccante, di sapore zuccherino-acidulo, in genere profumata.

Tecniche di Coltivazione

Si tratta di un albero abbastanza produttivo in tutte le situazioni, anche se il livello quantitativo è comunque legato al tipo di tecnica colturale adottata. L’albero di mela “Rosa” se innestato su “franco”, è dotato di notevole vigoria e longevità ma estremamente tardivo nell’entrare in produzione. Se innestato su portainnesti clonali deboli, sviluppa un vigore decisamente più contenuto rispetto all’albero tradizionale. I vari biotipi di mela Rosa presentano in genere una buona rusticità ed i frutti, una buona resistenza alla ticchiolatura e alle più comuni avversità biotiche.

Utilizzo Gastronomico

Si consuma fresca anche dopo una lunga conservazione in ambienti idonei. Anticamente veniva cotta sotto la brace nei camini delle case di campagna, oppure nel forno, ed aveva un gusto particolarmente buono. Si può usare come ripieno per confezionare vari tipi di dolci o per preparare gustose mostarde da accompagnare  piatti di carni grasse.

AGRICOLTORI

Az. Agricola Gobbi

L’azienda, a gestione familiare, coltiva dal 1993 diverse varietà di mele antiche e a rischio di estinzione. Il frutteto aziendale nasce dalla collaborazione con AMAP (ex ASSAM) e l’Università di Camerino in un progetto volto al recupero di specie adatte al microclima locale. Oggi Umberto con la figlia Caterina conducono l’azienda in continuo aggiornamento per migliorare sempre di più la coltivazione e offrire un prodotto sano e genuino ai propri clienti presso il loro punto vendita aziendale.

C.da San Venanzo, 29 Monte San Martino (MC)

Tel. 3335921600

AGRICOLTORI

Az. Agricola La Pietrara

L’ azienda a conduzione familiare è situata nel pressi del borgo di Monte San Martino e produce su una superficie di circa 5 ettari mele, pere, olio e miele mentre altri 16 ettari circa sono destinati a bosco. Una particolare attenzione è data alle varietà antiche autoctone che meglio si adattano alle condizioni pedo-climatiche della zona. Oltre alla vendita del prodotto fresco vengono realizzati succhi e confetture commercializzati nel punto vendita interno.

C.da Molino, 100 Monte San Martino (MC)
Tel. 0733.660407
http://www.pietrara.it

AGRICOLTORI

Az. Agricola Vita Luciano

Il signora Luciano si impegna da anni con passione nella coltivazione e salvaguardia della Mela Rosa nella sua azienda nei pressi di Monte San Martino. La vendita del prodotto viene effettuata per lo più in azienda.

C.da Molino, 81 Monte San Martino (MC)
Tel. 0733660152

COSA VEDERE

Monte San Martino

Il paese situato su un colle a 600 metri d’altezza domina la valle del Tenna e gode di uno stupendo panorama sui vicini monti Sibillini. Nacque come colonia picena col nome di Arx Rubetana poi nel medioevo divenne quartier generale dei franchi ed acquisì l’attuale nome. Nella parte alta del borgo la chiesa di San Martino conserva importanti opere pittoriche tra cui gli stupendi polittici di Carlo e Vittore Crivelli. Sempre all’interno della chiesa è custodito un prezioso organo del 700 attribuito al Fedeli. Nei pressi del cento storico la chiesa della Madonna delle Grazie è ricca di pregiati affreschi uno dei quali opera del pittore Vincenzo Pagani. Il nome del paese è strettamente legato a quello della Mela Rosa dei Monti Sibillini che viene celebrata ogni anno in autunno con la tradizionale sagra.

Tappa 2

Mela Rosa dei Sibillini

La seconda tappa dell’itinerario è incentrata nell’area di produzione intorno alla Valdaso a cavallo delle province di Fermo e Ascoli Piceno.

AGRICOLTORI

Az. Agricola La Golosa

L’azienda di proprietà di Maurizio Curi produce e trasforma frutti nei suoi terreni lungo le colline della Valdaso con particolare attenzione verso il recupero e la valorizzazione delle varietà antiche come la Mela Rosa. Con una lavorazione quasi completamente manuale si producono, confetture, succhi di frutta  e conserve sciroppate. La vendita avviene in azienda e attraverso mercati e rivenditori locali.

Via Coste, 24 Moltelparo (FM)
Tel. 0734.780030
https://lagolosacm.it

AGRICOLTORI

Associazione Produttori Mele Rosa dei Monti Sibillini

Gli altri produttori sono riuniti in una associazione che si adopera per valorizzare e promuovere queste antiche varietà.Il gruppo riunisce 18 produttori tra le province di Fermo e Ascoli Piceno.
La vendita avviene nel negozio dell’associazione nell’ex stazione di Smerillo o all’interno delle varie aziende.

C.da Val di Tenna, Smerillo (FM)
Tel. 3343159479

COSA VEDERE

Mulino Fortificato di Sisto V

Il Mulino, situato lungo la valle dell’Aso, nel comune di Montalto Marche, risale al XIV secolo ed è anche noto col nome di Zecca di Sisto V. In realtà la struttura non ebbe mai la finzione di conio e risulta antecedente al Papato di Sisto V. Tuttavia risulta che il futuro Papa, nativo di Montalto gestì questo mulino per diversi anni. La struttura è ben conservata e all’interno si trovano ancora le macine originali a testimonianza dell’importanza che questo territorio rivestiva per l’approvvigionamento alimentare dell’intero Stato Pontificio.

COSA VEDERE

Area Archeologica della Cuma

L’area archeologica della Cuma, nel comune di Monte Rinaldo, costituisce una delle più importanti testimonianze in regione del periodo ellenistico. Qui sono oggi visibili i resti di un tempio e di un santuario probabilmente legati ad un culto delle acque data la presenza di un pozzo e di due ruscelli nelle vicinanze. Le maestose colonne che conservano ancora parzialmente le decorazioni dei capitelli danno comunque l’idea della grandiosità che doveva avere la struttura in passato e si può immaginare un tempo in cui questo luogo, oggi avvolto dal silenzio, doveva essere un importante luogo di incontro e celebrazione. Una parte delle decorazioni rinvenute alla Cuma è osservabile al museo archeologico di Monte Rinaldo mentre altri reperti ritrovati in tutta la provincia si conservano in vari musei archeologici sparsi sul territorio.