Tappa 1

Colombo Ascolano

Si tratta di una razza piuttosto antica, di cui si hanno le prime notizie in uno scritto del 1768. Il suo allevamento un tempo era diffuso non solo nelle Marche ma anche in Emilia e in Campania. È con tutta probabilità il progenitore del Romagnolo. Si caratterizza per la presenza di piume sulle zampe. È una razza che per la sua grossa mole (800/900 g) aveva perso la diffusione negli allevamenti per la produzione di carne rimanendo relegata a quelli da esposizione.

Descrizione della Razza

Colombo di conformazione molto grande, con petto ampio, corpo di media lunghezza, portamento inclinato verso il basso e piumaggio ricco, ampio, non troppo attillato; le zampe sono dotate di pantofole e speroni. La testa è proporzionata alla struttura del corpo, liscia, arrotondata, con fronte lievemente ascendente e nuca piuttosto piena. Gli occhi sono di un iride di colore rosso arancio più o meno carico mentre il becco è di media lunghezza e robustezza e  ha colore scuro nei soggetti neri, chiaro nei bianchi unicolori. Il corpo è caratterizzato da un petto molto ampio, arrotondato, non troppo prominente, ali robuste e la coda più lunga della media. Il piumaggio è ben sviluppato, formato da piume larghe, soffici, un poco allentate con mantelli che possono essere nero, bianco, tigrato e pezzato di nero.

Coniglio Nero Gigante del Piceno

Si tratta di  una razza creata dal Preside Simoncini nella conigliera dell’ITAS Celso Ulpiani di Ascoli Piceno nel 1935.  il Dott. Simoncini notò nel territorio Piceno la presenza di un ceppo locale di conigli dal mantello nero particolarmente rustica, resistente alle malattie, molto adattabile ad una alimentazione povera ma con carattere piuttosto selvatico. Il Preside quindi riuscì nell’intento di creare una razza con le caratteristiche del coniglio nero ma dal carattere più docile e adatto all’allevamento. Oggi è diffuso in alcuni allevamenti del Piceno.

Descrizione della Razza

La taglia è medio grande è può raggiungere i 5-6 kg. Si caratterizza per il mantello nero lucente e un’indole docile. Si riproduce molto bene e ha un’elevata rusticità. Questa razza produce carni di ottima qualità.

Gallina Marchigiana

Si hanno notizie della presenza di questa razza di galline da almeno tre secoli, da quando fu selezionata per la sua produttività, la rusticità e la capacità di produzione di uova e carne. Sempre da questo animale è scaturita anche la Gallina di Razza Ancona da cui differisce per la colorazione delle uova che nel caso della Marchigiana sono bianche rosate mentre per la Razza Ancona completamente bianche.

Descrizione della Razza

Le caratteristiche sono di un pollo di taglia media, che da adulto si attesta nel gallo attorno ai 2,5/3 kg circa. Il mantello è bianco macchiettato irregolarmente di nero e talvolta di marrone scuro. I tarsi di norma sono gialli. La razza è rustica, resistente, ottima pascolatrice, e tale frugalità le permette di adattarsi a tutte le situazioni e ambienti mentre non tollera la vita al chiuso. Queste caratteristiche la rendono particolarmente adatta all’allevamento biologico.

Tacchino Marchigiano

Dalle fonti storiche si hanno notizie dell’allevamento del tacchino nelle Marche fin dalla seconda metà del 1800 principalmente nelle province di Ascoli Piceno, Ancona e Pesaro. Non si trattava esclusivamente di allevamento casalingo ma di una vera e propria industria  che utilizzava principalmente razze locali spesso incrociate con tacchini Bronzati d’America. Oggi l’allevamento prosegue in piccole aziende allo stato brado o semibrado.

Caratteristiche della Razza

Si tratta di un esemplare di misura medio piccola con pesi che si aggirano intorno a 6 kg per il maschio e 3,5 kg per la femmina. La sua rusticità consente l’adattamento anche su terreni marginali. La piccola taglia garantisce anche un’eccellente qualità e sapidità delle carni che ne fanno un ottimo prodotto dal punto di vista organolettico.

ALLEVATORI

Associazione ACAP

Gli allevatori degli animali da corte del Piceno sono riuniti nell’Associazione Colombofila Avicunicola Picena, nata ad Ascoli Piceno nel 1984 per riunire gli allevatori e gli appassionati di colombi e divulgare l’allevamento di colombi di razza pura. Negli ultimi anni, grazie alla collaborazione con AMAP l’associazione si è impegnata nella diffusione e salvaguardia di diverse razze autoctone a rischio estinzione ed è impegnata in numerose attività sociali e promozionali.

Via Giovanni Pascoli, 25 Monteprandone (AP)
Tel. 3392182820
www.colombofilapicena.org

COSA VEDERE

Rocca di Acquaviva Picena

Situata su di un colle a 365 metri s.l.m. in una posizione strategica per il controllo visivo del territorio, la Fortezza medievale fu voluta dagli Acquaviva D’Atri nel XIV secolo, e ricostruita a seguito di un assedio nella seconda metà del ‘400 su progetto dell'architetto Baccio Pontelli. La Fortezza totalmente visitabile, è a pianta quadrilatera irregolare, simile alla forma di una balestra, con corte centrale, camminamenti militari percorribili, tre torri angolari poligonali e, ad est, l'alto mastio cilindrico (ventidue metri). Accedendo alla parte alta, scoperta, del mastio si può godere di una vista suggestiva a 360 gradi che spazia dal vecchio incasato di Acquaviva Picena al mare, dalle colline adiacenti il monte Ascensione, ai Monti Sibillini, fino ad arrivare, quando il cielo è terso, a vedere il Gran Sasso e la Maiella. All’interno della Fortezza nei mesi estivi si svolgono diverse manifestazioni tra cui “Sponsalia" rievocazione storica del matrimonio tra Forasteria di Acquaviva e Rinaldo di Brunforte, dove in una cornice di braceri, musiche, balli medievali, intrattenimenti e fuochi si potranno gustare le deliziose e ricercate specialità medievali alla corte dei Del Duca degli Acquaviva. Si narra inoltre, che nella cittadella militare, erri senza pace il fantasma del Capitano della Rocca lasciatosi corrompere nel 1432 da Giosia Acquaviva. Infatti Giosia dopo aver assicurato al Capitano di volersi esclusivamente riappropriare del maniero di famiglia senza interferire in alcun modo sui residenti una volta penetrato all'interno della Fortezza, massacrò l'intera guarnigione, oltre ai suoi pochi abitanti, portando la morte anche al Capitano della Rocca, nell’estremo tentativo di salvare la sua famiglia dall’eccidio. Da allora nelle notti di inverno il fantasma del Capitano della Rocca vaga, cercando la sua famiglia, schiacciando contro le mura e scuotendo chi si trova dinanzi, come volesse far rinsavire qualcuno dal perduto senno per interrogarlo.

COSA VEDERE

Monteprandone e “La Cucina dello Spirito”

Il paese di Monteprandone, adagiato sulle colline della Valle del Tronto a pochi chilometri dal mare è noto per la presenza del Santuario dedicato a San Giacomo della Marche annesso al convento fatto costruire in questo luogo proprio dal santo. La presenza monastica ha fortemente influito sulla storia e sulle tradizioni del borgo e specialmente in cucina questo influsso si è tramandato attraverso le ricette dei contadini.   Questa tradizione al centro della rassegna “La Cucina dello Spirito” dedicata alla tradizione gastronomica monastica e promossa dalla Chef Ermetina Mira attiva da anni nella ricerca e nella conservazione di queste ricette. Piatti semplici con prodotti a chilometro zero che raccontano di uno stile di vita sano e legato alla natura e alla stagionalità.

Tappa 2

Limone Pane del Piceno

Si hanno notizie della coltivazione di agrumi nell’area della costa picena fin dal XIV Secolo quando vennero probabilmente introdotti da marinai siciliani. Tuttora persistono, a ridosso delle antiche mura cittadine esposte a sud, le caratteristiche strutture murarie ad arco finalizzate alla coltivazione degli agrumi. 

Descrizione 

Caratteristiche

La pianta è caratterizzata da vigore medio e portamento rotondeggiante, le foglie sono ellittiche medio grandi con apice appuntito, di colore verde scuro nella pagina superiore e più chiaro in quella inferiore. I fiori sono bianchi con sfumature violacee. La forma del frutto va da rotondeggiante a ellittica, la buccia è di colore giallo citrino con superficie papillata, di spessore notevole e forte consistenza. All’interno la polpa è divisa in 10 segmenti di colore giallo citrino.

Tecniche di Coltivazione

La pianta ha scarsa resistenza i venti quindi va protetta con apposite strutture. La produttività è alta e la fruttificazione costante.

Utilizzo Gastronomico

Può essere consumato fresco o utilizzato per ottenere il succo. La buccia si presta ad essere lavorata per i canditi e per l’aromatizzazione di cibi e bevande.

Arancio Sanguinello del Piceno

La coltivazione di agrumi nel piceno risale a tempi antichi e in particolar modo l’arancio era importante nell’area di Grottammare tanto da apparire anche nello stemma del comune. Come altre tipologie la sua produzione persiste in alcune agrumiere storiche della zona.

Descrizione

Caratteristiche

La pianta si presenta con vigore medio e portamento rotondeggiante con chioma mediamente densa. Le foglie sono ellittiche con apice appuntito di colore verde scuro nella pagina superiore e verde chiaro in quella inferiore. I frutti sono di forma sferoide oblata con buccia colo arancio lievemente papillata di spessore medio e consistenza media. La polpa è di colore arancio intenso, molto succosa con un alto contenuto di zuccheri e assenza di semi.

Tecniche di Coltivazione

La pianta è resistente ai venti mentre i frutti presentano una resistenza media. La fruttificazione è costante e la produttività medio alta.

Utilizzo Gastronomico

Si consuma fresca e si utilizza per l’estrazione del succo

AGRICOLTORI

Agrumiera Storica di Grottammare di Giovanni Massicci e Giuseppe Massicci

I cugini Giovanni e Giuseppe gestiscono con tenacia e passione la storica agrumiera nata a ridosso delle antiche mura di Grottammare nella prima metà del 1700. Sugli antichi terrazzamenti coltivano oltre al Limone Pane e all’Arancio Sanguinello anche altre antiche varietà tra cui i Mandarini Avana, l’Arancio Biondo del Piceno e il Pomelo. La vendita del prodotto viene fatta esclusivamente sul posto. Questa agrumiera, come altri giardini storici del Piceno fa parte dell’Associazione Mel’Arancia nata proprio per salvaguardare queste antiche coltivazioni.

Via F.lli Rosselli, 129 Grottammare (AP)

Tel 337642196

COSA VEDERE

Grottammare Alta

Grottammare alta, borgo antico di Grottammare, si trova come dice il nome, in alto, sulla collina, dominando la parte "moderna", e ,per la sua posizione offre scorci mozzafiato sul mare. Un paese che è rimasto invariato durante i secoli, nonostante l'urbanizzazione sottostante, un tempo fortezza, oggi cittadina vivace e ricca di fascino. Il primo centro urbano risale al X secolo e fu costruito unendo i due "castelli": quello di Subportica e quello delle Cripte. Quest'ultimo dona il nome al paese, in quanto era formato dai resti di una precedente fortificazione più a valle rispetto all'altro per cui veniva indicato come le "cripte al mare" da cui "grupte a mare" o Grottammare.  Nel medioevo la fortificazione diventò un centro molto fiorente e conteso dai signori di Fermo e di Ascoli, tra il XVI ed il XVII secolo la parte abitata scavalcò le mura cittadine e iniziò ad estendersi verso la costa. Oggi la città occupa un territorio che va dalle spiagge alle colline, ma i monumenti più interessanti si trovano appunto nella parte alta. Tante sono le attrattive che offre ai visitatori che decidono di fermarsi e perdersi tra le sue viuzze, l'affaccio sul mare raggiunge il suo apice dai 3 archi di Piazza Peretti, e salendo in cima, la bellezza dell'antico Castello vale la passeggiata per raggiungerlo.

Il cuore del borgo è l'elegante piazza Peretti, dove si affacciano il Teatro dell'Arancio, il Palazzo Comunale e la chiesa di San Giovanni Battista. In questo posto nacque anche Felice Peretti, futuro Papa Sisto V e proprio a lui è dedicato anche il Museo Sistino ospitato dentro la chiesa stessa. Come già detto qui si apre anche uno dei punti panoramici più spettacolari, incorniciato dai tre archi a tutto sesto che si affaccia sul mare.

Nel punto più alto di Grottammare si trova il castello, o meglio le sue rovine, e vi si accede attraverso una scalinata in metallo, questa è chiaramente la parte più antica della costruzione, edificato inizialmente per difendere l'Abbazia di Farfa tra il IX ed il X secolo e rimasto in uso fino al XVIII secolo quando venne demolito in parte.

Oggi quello che si può ammirare del maniero sono le mura perimetrali, una piccola torre con ancora le feritoie ed una torre più grande, staccata dalla parte centrale. 

Oltre alla chiesa di San Giovanni Battista, altre chiese interessanti del borgo, scendendo a valle, sono: Santa Lucia, la seicentesca Santa Maria dei Monti, la chiesa di San Martino – tra le più antiche – edificata sopra i resti di un tempio pagano probabilmente nellVIII secolo.

COSA VEDERE

Riserva Naturale Regionale della Sentina

Situata a nord della foce del fiume Tronto la Riserva naturale regionale Sentina è un’area naturale protetta, formata da una palude salmastra di 177,5 ettari nella quale sono presenti solo pochissimi edifici rurali e che, nonostante qualche zona coltivata e nonostante i tentativi di bonifica integrali effettuati nel passato, presenta una zona umida di grandissima importanza a livello biologico e aviofaunistico.

È uno dei rarissimi tratti di spiaggia sabbiosa con retroterra non edificato di tutto l’Adriatico, ricca di specie vegetali e animali a rischio o sempre più rare sul suolo italiano, la sua importanza in ottica ambientalista è sempre crescente data la continua antropizzazione di tutte le zone costiere sia delle Marche che del confinante Abruzzo.

La Sentina quindi con le sue diverse “praterie salmastre” contornate da canne spontanee è abitata da numerosi uccelli acquatici tra cui il Cavaliere d’Italia, simbolo della Riserva. Moltissime sono inoltre le specie vegetali tra cui la liquirizia ed altre piante tipiche della macchia mediterranea come il corbezzolo, la salicornia e la rosa canina. Caratteristica è la “steppa salata” così denominata in quanto cresce in un suolo con un'alta concentrazione salina. La riserva inoltre presenta una rete di percorsi ciclopedonali con pannelli didattici che ne illustrano la storia e le caratteristiche ambientali. Oltre alle escursioni in bicicletta e a piedi nei sentieri ricavati tra i canneti,  la Sentina offre l’opportunità di fare diverse attività all’aria aperta, tra le quali la più gettonata è il birdwatching data l’ampia varietà di uccelli che la popolano.